EPECTASE
EPECTASE
viene pubblicato due volte all'anno. La rivista é nata dal desiderio di riunire diversi approcci, riflessioni e visioni intorno all'erotismo. Un erotismo selvaggio che non si lascia imprigionare in norme, etichette o giudizi morali. Un erotismo che cerca di emanciparsi da schemi oppressivi e posizioni di autortà.
Informazioni e articoli tradotti in italiano : https://projet-evasions.org/de/
Richiesta ed invio Epectase : sipione@bluewin.ch



La Fotografia in Sicilia e Scianna Superstar
date » 07-11-2019 10:35
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Ogni riferimento ai Photo Fest è voluto.
di Alberto Refrattario
“La vita e la rivoluzione verranno inventate insieme o non saranno affatto... non è sufficiente bruciare i musei. Bisogna anche saccheggiarli” ( Internazionale Situazionista )
La fotografia italiana, ridicola, ripetitiva e di un conservatorismo da ghigliottina si presta volentieri al servizio della „società dello spettacolo“, commercializzata e ridicolizzata. Assessori comunali, cuochi, scrittori, politici, autodidatti curatori del copia e incolla presentano mostre e rassegne fotografiche. Ma la fotografia non conosce padroni, né confini, né padrini degli istituti finanziari e delle banche, sul sangue degli oppressi non si puo’ costruire nessun mondo davvero nuovo.
La cultura italiana ovvero il mondo dello spettacolo ripetono da decenni gli stessi rituali gli stessi linguaggi e meccanismi….da Pippo Baudo a Sgarbi. Per l’audience cè bisogno di personaggi famosi da ripresentare in Continuum. Non si sottrae a questa commedia la fotografia.
La sfida della fotografia è l’idea di un arte senza aura, di una comunicazione senza profeti, di una cultura senza sciamani; non si tratta di fare della scrittura fotografica una „religione della ragione“, ma détournare l’insieme dei linguaggi fotografici come maneggio di tutte le armi espressive..fare della propria epoca una gran festa funebre dell’apparenza.
La fotografia ribelle svela i trucchi delle oscenità mercantili, nascoste appena da patinature estetizzanti, restituendole alla natura concreta del quotidiano. Prende coscienza dello spazio urbano, dei suoi risvolti sociali e personali. L’immagine apre un varco, una domanda semplice: come vogliamo vivere? La fotografia ribelle non ha bisogno di testi e di maestri per esprimersi. Ogni fotografia o celebra il sistema/potere o cova quotidianamente pratiche per la sovversione. In definitiva è eversiva, nel senso latino di e-vertere, cambiare direzione. La fotografia è un sasso lanciato nello stagno dei progetti di omologazione che lo spazio trasmette (impone?) al linguaggio ed ai comportamenti basati sull’obbedienza del modello unico
Ovunque la fotografia si giudica a colpi di dollari e non per i suoi contenuti culturali, eversivi.
I corsi di fotografia sono tutti incentrati sulla tecnica dello scatto, sulla post produzione, sulle modelle in prestito da fotografare. Qualcuno ha detto che qualsiasi stupido puo’ scattare una fotografia, allora perché pagare per il nulla? Per cio’ che puo’ essere imparato in un giorno?
Il Maestro Ferdinando Scianna, per lunghi decenni membro della Magnum, potrà sicuramente trasmetterci ancora molto della sua lunga esperienza. Ma noi abbiamo bisogno di altre e altri cattivi maestri. La FOTOGRAFIA come la poesia è condannata a vivere al bordo della società, forse suo luogo naturale. Li’ dove gli eretici, i ribelli, gli sciamani, le fate e le streghe sono liberi di esprimersi a loro modo, pagando a volte il prezzo della solitudine. É li’ in questa periferia pero’ che si affilano gli artigli che un tempo graffiavano i preti e bruciavano le menzogne della chiesa, dello stato, e oggi del mercato. A noi interessano più Queste/i altre/i .
A cena con il maestro SCIANNA ci andremo, ma solo se lui paga il conto e parlando di tutto, tranne di fotografia.
Sulla fotografia autoritaria
date » 15-10-2019 22:16
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QUANDO LA DITTATURA ERA BELLA , ANCHE D'ESTATE.
Anche nel sud della Sicilia, non mancano d’estate le mostre di fotografia legate indissolubilmente al turismo.
Accanto alla tanto acclamata Street Fotografia , che è un ripubblicare/ riprodurre di luoghi comuni che solo un attenta analisi e solo uno sciamano potrebbe, forse guarire, permettendoci un salto necessario nel futuro.
Non manca la fotografia contemporanea da esporre nelle -contemporanee gallerie-.
Sempre per tenerci informati abbiamo visitato una di queste mostre di un autore venuto dall’est nella bella città di Modica.
Attratti dai danni industriali e dalle macerie che il capitalismo ed il socialismo ci hanno hanno lasciato in tutta Europa abbiamo voluto conoscere il lavoro di colui che ha preso pure parte alla biennale di Venezia.
La sorpresa è grande quando entriamo ed è lui stesso che spiega/vende il suo lavoro. Cosa che a noi personalmente non piace perché ricorda i venditori di pentole nei mercati.( senza offesa per nessuno ! )
Le fotografie di piccolo formato ma sistemate in cornici in maniera tematica mostrano i resti delle di edifici del passato industriale del suo paese, immagini che noi al sud conosciamo benissimo.
A “legare” le foto ci pensa un cortometraggio / cartone animato, dove la figura principale, un ex lavoratore sempre con la faccia triste, mostra al figlio ( alternativo con felpa e cappuccio ) il suo ex luogo di lavoro; e di un tempo dove la fabbrica funzionava e si lavorava.
Le animazioni vengono mischiate a filmati originali dove lavoratori con i loro attrezzi da lavoro si avviano felici e cantando verso la fabbrica con i loro fazzoletti rossi , contenti, a quanto pare di lavorare come schiavi all’edificazione della nuova società socialista, il paradiso che verrà.
Non c’é posto in questa miseria nemmeno per una riconversione/situazione ludica: Il figlio del lavoratore triste e barbuto che comincia a farsi trascinare da un vecchio gancio di trasporto e sembra divertirsi, viene immediatamente ripreso e schiaffeggiato dal padre.
Le immagini dei lavoratori e lavoratrici sono quelle tipiche della propaganda di ogni regime, socialista, fascista o anche democratico: convincere il popolo di un progetto comune al quale tutti devono piegarsi. Il premio sarà come dopo ogni sacrifico la promessa dell' Eden con o senza le 12 vergini.
Vorremmo concludere le nostre piccole annotazioni con una frase dell’anarchico francese Déjacque :
Avanti tutti ! E con le braccia al cuore,
La parola, la penna, il pugnale e il fucile, l’ironia e la bestemmia,
Il furto, l’avvelenamento e l’incendio,
Facciamo…la guerra….alla società …!
Agosto 2019
Ancora sulle banalità in fotografia
date » 07-03-2019 19:37
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ANCORA SULLE BANALITÀ DELLA FOTOGRAFIA ED ALTRI CRIMINI
( spara sempre prima di strisciare )
„Chi conosce la forca non sempre sa fotografare
e chi fotografa non sempre conosce la forca,
anche se qualche volta la meriterebbe“.
Huckleberry Finn
„L’arte è una vecchia troia che divora i suoi figli…“
James Joyce
„ Il lavoro filosofico lo hai svolto in giro nelle birrerie,
In compagnia della mia fica, nella disperazione, nel cinismo e nell’infamia,
dappertutto ma non nelle biblioteche „
Jana Cernà
Negli ultimi giorni viene annunciato l’uscita di un film sulla fotografia in Sicilia ( o siciliana doc.) ; il titolo per il momento non è molto importante, tralasciamo ma solo momentaneamente i titoli di moda della società dello spettacolo in particolare se si riferiscono alla bellezza. Perché qui si riproduce lo spettacolo di una società che Rousseau avrebbe respinto come „pedagogia dei buoni sentimenti“…( la fotografia -arte )
Il trailer apre con immagini della bella Sicilia, dai colori del giallo barocco, buoni auspici, sogni, malinconia, di quella fotografia siciliana che da tempo si espande, occupa, insidia, invade ogni mostra, piu’ o meno sponsorizzata, ogni festival, ogni galleria, ogni incontro sulla cultura, riproducendo e producendo gli stessi medesimi autori.
Vengono lasciati parlare alcuni dei fotografi e „maestri“ della fotografia siciliana, alcuni ben quotati, idolatrati dal pubblico, che sicuramente hanno influenzato l’immaginario di alcuni ma che adesso intralciano in qualche modo, creando un fossato, la diffusione e sperimentazione di una „fotografia altra“.
Invidiamo coloro che hanno trovato nella fotografia del mercimonio la felicità ed il consenso degli stolti, ma restiamo con chi non ha incontrato né l’uno né l’altro.
( Pino Bertelli )
Vi è in atto un tentativo di egemonizzare lo sguardo, l’immagine, la parola. Il mercato non perdona . Anche l’arte o la fotografia che sia, segue le stesse identiche regole di una società che vorrebbe normalizzare, addolcire la realtà, che invece dovrebbe essere distrutta in quanto rappresentazione (in)civile del brutto.
Nel film si interrogano pure altre discipline che vorrebbero ammaestrare la mano in fotografia, rendendola innocua, salottiera, almeno questa è l’impressione, di una psicologa e di uno scrittore :
….La mia passione per la fotografia ha origini lontane, in quanto sin da piccola ho avuto la fortuna di avvicinarmi a quest’arte, anche se mai come professionista, ma solo come curiosa. Sono sempre rimasta affascinata dallo spiare il mondo attraverso l’obiettivo per poi rendersi conto di quanto, in realtà, in questo gesto si nascondesse un racconto di me stessa e della mia interiorità.
………….Attraverso la fotografia, nella sua accezione di medium artistico, ho avuto la possibilità di conoscermi in profondità e di aiutare gli altri ad ascoltarsi attraverso le proprie foto e a dar voce ad emozioni non esprimibili attraverso le parole.
( Psicologa )
„Io credo che i grandissimi fotografi sono quelli che riescono con un immagine a descrivere , senza bisogno di scriverci sotto „..questo e quello, questo e quell’altro. Un immagine fatta bene in un stato di grazia, in un momento di grande inspirazione ha questa capacità di narrare.“
Dal Trailer ( lo scrittore)
La FOTOGRAFIA muore nei luoghi comuni ,“ nei paesaggi incontaminati“, fra le cupole delle cattedrali, nelle stradine e nei vicoli con i vecchietti con le rughe. La fotografia muore nella spettacolarizzazione nelle disgrazie altrui che diventano mercato, denaro sui visi annegati nel Mare Nostrum. Muore nei circoli fotografici con la disperata voglia di esibirsi …e di parlare di ..tecniche…di software..di programmi…Muore nei racconti dei critici alle esposizioni fotografiche.
La FOTOGRAFIA come la poesia è condannata a vivere al bordo della società, forse suo luogo naturale. Li’ dove gli eretici, i ribelli, gli sciamani, le fate e le streghe sono liberi di esprimersi a loro modo, pagando a volte il prezzo della solitudine. É li’ in questa periferia pero’ che si affilano gli artigli che un tempo graffiavano i preti e bruciavano le menzogne della chiesa, dello stato, e oggi del mercato.
La FOTOGRAFIA è quella che distrugge i luoghi comuni di una civiltà che dà ai suoi dei la sorte di quello che si meritano, cioè non partecipa alla fondazione dell’impero ma esprime il diritto alla differenza. La prima cosa che un fotografo deve apprendere e da quale parte sputare.
Il refrattario, Marzo 2019
siracusaperiferica Libro CD
date » 25-03-2018 18:48
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Un libro di fotografia, diversamente dal libro di scrittura, parla con le immagini, spiega e descrive, argomenta e convince, oppure non convince affatto con il "semplice" uso dei segni. Per questo, un argomento come l'assetto urbanistico delle periferie, nello specifico, quella siracusana, non può trovare codice comunicativo migliore se non quello visivo che l'autore Alberto Sipione ci propone nel suo libro, Ma a rendere più eloquente il discorso sulle periferie sono, in aggiunta, le musiche originali (electro music) del M° Max Scordamaglia. ( Fotoreca Siracusana )
CD+LIBRO 20 euro
siracusaperiferica THE ALBUM
date » 21-03-2018 08:36
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Siracusa periferica: l’album ( Testo Massimiliano Scordamaglia )
Quante immagini girano sulla Rete e quanta musica si produce, eppure accadde che le foto di Alberto Sipione si distinsero dalla massa e mi piacquero al punto da scrivergli e complimentarmi, scoprendo con non poca sorpresa che a sua volta mi conosceva e apprezzava le mie composizioni.
Immagine e suono, due mondi distanti ma non contrapposti, distribuiti uno nello spazio, l’altro nel tempo, domini diversi ma strettamente legati. Solitamente la musica si sposa con l’immagine in movimento ma perché mi sono detto, non creare una vera e propria colonna sonora ad una foto, ad un singolo istante. Nell’accezione deleuziana, la fotografia non e’ un fotogramma, perciò parliamo di fatto di un oggetto diverso dal cinema, qualcosa capace di contenere una narrazione tutta sua, l’intera sceneggiatura di forme e colori, sensazioni e storie che vediamo nel tempo e nello spazio, ben oltre i limiti presunti del singolo momento ritratto. Certo, serve un grande fotografo e Alberto lo e’ perché sa coinvolgere l’osservatore e proiettarlo nel suo cosmo.
In realtà Alberto va oltre. Egli stratifica il messaggio, sa arricchire di innumerevoli significati i suoi palazzi, gli interni delle case, gli oggetti abbandonati o semplicemente il blu del cielo e del mare e anche questo, Alberto lo sa, mi piace tantissimo.
Nella sua fotografia vincono l’equilibrio e le proporzioni delle forme eppure la narrazione e’ feroce, talvolta rabbiosa. Ha istinto, l’irrazionalità incandescente dell’artista che si esprime in prospettive da manuale, terzi perfetti e un controllo impressionante.
Mi riconosco in questa dicotomia espressiva, perciò trovarci al centro di un lavoro unico e comune e’ diventato inevitabile, persino necessario.
Compreso che si poteva fare, farlo e’ stato facilissimo, quasi ovvio. Delle foto ho usato le forme come scansioni temporali, ho transcodificato le prospettive in armonie e infine ho lasciato che le sensazioni guidassero le melodie.
Naturalmente parliamo di musica generativa, quella serie di processi stocastici ed automatici creati attraverso algoritmi preordinati ma dall’esito indeterminato. Dismesse le vesti di programmatore, il mio ruolo si limita a concepire un andamento, decidere gli strumenti, una struttura di massima e la scansioni degli eventi ma quello che succederà, che tipo di armonie risulteranno, come le linee melodiche sapranno arricchirsi a vicenda e mescolarsi, è al di fuori del mio controllo, laddove decide la macchina, ciò che chiamo Audiodrone, un sequencer MIDI abbinato ad una daw.
Un aspetto importante da comprendere è l’unicità dei brani, come detto casuali quindi unici ed irripetibili. Potrei rilanciare i programmi milioni di volte senza riottenere la stessa canzone, simili nella struttura certo ma mai uguali, talvolta molto distanti melodicamente e armonicamente
Per “Siracusa Periferica” ho sviluppato nuovo funzioni e creato nuove regole sulle sequenze melodiche con un occhio di riguardo alle temporizzazioni e alla forma in generale. Per il progetto ho voluto pero’ spingere sul connubio tra musica generativa e rumore/suono, con innesti, integrazioni, compenetrazioni di vario livello e grado di musica elettronica, elettroacustica, rumore, campionamenti e sequenze concrete laddove la forma espressiva richiedeva l’utilizzo dell’una e dell’altra tecnica. Naturalmente non esiste separazione, tutto concorre ad esprimere la mia interpretazione emotiva e stilistica delle immagini di Alberto.
C’è voluto del tempo per sposare libro e cd abbinato, un anno esatto dalle prime foto di Alberto e le prime sequenze. Da parte mia la creazione dei brani intesi come insieme di algoritmi e il resto del materiale sonoro, ha richiesto relativamente poco tempo, circa quattro o cinque mesi, poi una lunga fase di produzione e post-produzione con infinite rettifiche e parziali riscritture in particolare sull’elettronica, un coordinamento non banale tra i nostri progetti ma alla fine libro e CD hanno visto la luce.
Il consiglio che posso dare e’ di ascoltare tenendo le fotografie innanzi, sentire i suoni circondare le forme, ascoltare le armoniche riempire i volumi e le frequenze rimbalzare tra le architetture. Ovviamente immagini e musiche hanno vita autonoma ma l’insieme e’ senza alcun dubbio superiore alla somma delle parti.
Sono soddisfatto del risultato finale, incantato dal lavoro di Alberto che spero di essere riuscito a valorizzare oltre la già alta qualità che lo contraddistingue.
Per tutte le altre informazioni e approfondimenti, troverete molto altro su queste pagine e sul sito di Alberto Sipione.
Buona visione e buon ascolto.
Acquista libro e CD su
www.albertosipione.it
Acquista l’album su CD o file su
maxscordamaglia.bandcamp.com/album/siracusa-periferica-the-album
Altre info su
www.facebook.com/albertofotografia21
Fotobox umBAU
date » 26-03-2017 17:49
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Spezial-Fotobox „ umBAU zwischen Erinnerung und Entfremdung ", Nr. II. Die Box beinhaltet ein Original-Fotoprint auf Fineartpapier-Canson Rag 320 gedruckt , 20x20 cm , Editionen 1/3 , und ein Fotobuch. Die Auflage beschränkt sich auf 12 limitierte Editionen.
Box-Fotografico „ umBAU tra memoria e alienazione, Nr.II.
Il Box contiene una Stampa originale 20x20 cm nella tiratura di 1/3 su carta Canson Rag 320,un libro fotografico. Ledizione speciale é limitata a 12 Box.
Prezzo: 280. euro
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Fotobox Nicaragua
Spezial-Fotobox „ Nicaragua-Architektur des Alltags", Nr. I. Die Box beinhaltet ein Original-Fotoprint auf Fineartpapier-Canson Rag 320 gedruckt , 20x20 cm , Editionen 1/3 , und ein Fotobuch. Die Auflage beschränkt sich auf 12 limitierte Editionen.
Box-Fotografico „ Nicaragua-Architettura del Quotidiano, Nr.I.
Il Box contiene una Stampa originale 20x20 cm nella tiratura di 1/3 su carta Canson Rag 320,un libro fotografico. Ledizione speciale é limitata a 12 Box.
Prezzo: 280. euro
Preis 300.- CHF
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Libro / Buch
date » 01-03-2017 17:42
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umBAU zwischen Erinnerung und Entfremdung
umBAU tra alienazione e memoria